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IL GIOVANE COMMESSO - 7


di Foro_Romano
11.08.2015    |    12.140    |    10 9.5
"Bruno, sempre più spesso, inventava scuse con la moglie per poter avere la serata libera da passare con il suo cucciolo..."
7. Il finale

La cosa andò avanti così per un po', con soddisfazione di tutti. Poi il padrone trovò un altro ragazzetto da inchiappettare e, gradualmente, lasciò Giacomo più libero di dedicarsi a colui che gli aveva rapito il cuore (oltre che il culetto).
Bruno, sempre più spesso, inventava scuse con la moglie per poter avere la serata libera da passare con il suo cucciolo. A volte, dopo aver fatto l'amore, andavano in qualche ristorantino intimo, dove riservavano loro un tavolo appartato e potevano così lasciarsi andare a qualche effusione; altre volte stavano in casa, dove il giovane, provetto cuoco, gli preparava deliziose cenette afrodisiache e dove dopo, queste volte, potevano dar sfogo alla loro passione carnale senza alcuna remora.
Il tempo non logorava il loro rapporto, anzi, si sentivano sempre più uniti, specie dopo il volontario allontanamento di Carlo. Sembravano sempre innamorati come due colombe, a dispetto della differenza di età, ma a letto si trasformavano in due animali, preda ed assalitore, dove era sempre il piccolo Giacomo a lasciarci le penne. Pardon, il culetto.
Una sera di queste, dopo circa quattro mesi che stavano assieme, forse avevano ecceduto in cibi piccanti. Bruno, alzatosi dalla tavola, prese per un braccio il ragazzo e lo strinse a sé, incollando la sua bocca a quella dell'altro, in un bacio da togliere il respiro. La lingua dell'uomo impegnò l'altra in un lungo duello che mescolò assieme le loro salive, con una passionalità che sembrava superare quella solita, che non era da poco.
Terminato il bacio, tenendolo sempre stretto, lo guardò fisso negli occhi, con intensità. "Giacomo, io ti amo", disse. "Anch'io e sento di non poter più fare a meno di te", gli rispose l'altro. Da lì al letto il passo fu breve. Il percorso fu disseminato dei loro abiti cosicché arrivarono completamente nudi. L'uomo si sdraiò a gambe larghe, tenendosi in mano il cazzo già abbondantemente in tiro, offrendolo allo sguardo e alla brama del suo cucciolo. Era uno stupendo corpo virile, dai muscoli perfettamente tonici e proporzionati, senza eccessi da palestra, il tutto coperto dal pelo brizzolato che, nei punti dove era più abbondante, cioè sul petto ed il pube, era completamente riccio.
Il suo ragazzo rimase per un po' estasiato da quella visione. Quell'uomo, in attesa con gli occhi chiusi, era il SUO uomo. Non perse altro tempo e subito, accovacciatoglisi tra le gambe, cominciò a leccare dapprima l'interno delle cosce. Il profumo di maschio che c'era lo inebriava e gli fece subito perdere la testa. Passò ai grossi coglioni, anch'essi coperti di pelo che pettinò con la sua lingua ed abbondante saliva.
"Mmmmm... si... si...", sentì gemere. "Si... così... così... siiiii". Sapeva quello che gli piaceva. Sapeva in quali punti soffermarsi. Ormai lo conosceva bene. Dell'odore ne aveva piene le narici, del sapore la bocca quando la lingua, molto lentamente, salì lungo la durissima asta, ormai al massimo della sua turgidità. Visto da sotto, era un monumento di marmo rosa da conquistare. Quando raggiunse il filetto dette una grande lappata alla cima, facendolo rabbrividire, dopo di ché ne infilò in bocca la cappella, avvolgendola con la sua umida lingua. "Oddio... siiiii".
Scese facendoselo scivolare tutto in bocca, fino alla gola, fino al pelo. "Aaagrhhh". L'uomo scattò un po' in avanti contraendo gli addominali. Aprì gli occhi. Il suo animaletto da monta lo stava già succhiando tutto. Andava su e giù producendo suoni osceni e prodigiosamente eccitanti. "Ahhh... cazzo.... quanto sei bravoooo... Si, continua così... siiii... siiiiii... No, nooo...". Gli prese la testa e se la sfilò dal cazzo lucido. "Così mi fai venire subito, troia mia". Per un po' evitarono di toccarlo, tanto era teso ma, quando capirono che era il momento, il ragazzo tornò ad imboccarlo e ad insalivarlo il più possibile. Ormai il suo buco era allenato a quel calibro eppure ogni volta era come se lo sverginasse, quindi voleva bagnarlo il più possibile per facilitargli l'ingresso e non dovergli dire di smettere, cosa che, in realtà, non gli avrebbe detto mai, neppure se avesse visto tutte le stelle del firmamento.
"Siediti sopra, puttanella mia. Dammi il tuo buco che ti voglio sfondare ancora di più, sempre di più". Non c'era bisogno di chiederlo, infatti il ragazzetto era già in posizione e si allargava le chiappette. Ma l'uomo non gli dette tempo. Con un colpo di reni all'insù glielo sprofondò tutto dentro. "Ahhhh" gridò il giovane finché non gli mancò il fiato. L'altro non si fermò neppure un istante. Cominciò a fotterlo senza pietà perché così gli piaceva e sapeva che piaceva anche al suo cucciolo. Ma non si pose domande. Col suo istinto animalesco non dette tregua a quel buco martoriato.
Mantenendoglielo dentro, lo rivoltò come un fuscello con la schiena sul materasso e le gambe in aria. Gli si appoggiò sull'interno cosce e continuò a scoparlo arrivando sempre più in fondo. "Ahhhh... siiii... fottimi... fottimi forte... siii... cosìììì... AHHHH" gridava agitando la testa, preso da convulsioni di estremo dolore e piacere assieme. "Ti piace ehhh... puttana... sei una puttana infoiata... sei una vacca da monta... sei uno schifoso frocetto... Tiè... prendi... prendilo tutto, cagna".
Quelle frasi, dette in quei momenti, erano il compendio ideale alla scena. Sgranò gli occhi, vibrò tutto, mentre continuava lo sconquasso prodottogli da quella dura carne che prendeva possesso del suo corpo, e si lasciò andare all'orgasmo che gli fece produrre una grande quantità di sperma che gli si sparse sul corpo, arrivandogli anche alla faccia ed ai capelli, ma non se ne accorse neppure, stando com'era con gli occhi semichiusi e le pupille rivoltate.
Il maschio non si fermò neppure un momento. "Godi... godi troietta... godi amore mio...". Gli si gettò addosso, tenendogli con le braccia le gambe in alto e, passandogliele sotto le ascelle, lo afferrò per le spalle. Il risultato fu che il culetto fu ancor più aperto. Il grosso cazzo gli si piantò dentro e cominciò a scoparlo con scatti sempre più duri e distanziati. "Quanto sei bello, amore mio, quando godi... sei bellissimo", gli disse continuando a spanargli il buco senza tregua.
"Adesso tocca a me, piccolo. Adesso godo io. Ti riempio la pancia di sborra. Sei il mio buco svuotapalle. Ti sborro dentro. Sei mio... mio... miooooooo". Gli schizzi e le contrazioni del cazzo si susseguirono senza freno dentro quella che ormai era diventata una voragine. Il membro continuava ad andare avanti ed indietro, fradicio degli umori e del suo stesso sperma che, ad ogni rinculo, fuorusciva dai lati, insozzando le lenzuola.
Poi tutto si fermò. L'uomo si lasciò andare con tutto il suo peso sul fragile corpicino felice, però, di sostenerlo. Quello che non si fermò erano però i due cuori, l'uno sopra l'altro, il cui battito andava sempre più affievolendosi. Ad un certo punto il maschio si sollevò e, guardando in basso, osservò attentamente il suo membro ormai flaccido uscire con un "flop". Si sdraiò a fianco del suo piccolo guardando oltre il soffitto, mentre il ragazzo si accoccolò sotto la sua ascella, respirando con soddisfazione l'odore di sudore del suo uomo ed allungando un braccio sul folto pelo del vasto torace.
Dopo un po' di silenzio, "Ho una sorpresa per te". Il ragazzo rizzò la testa per guardarlo. "Anche se tu più volte hai detto che non vuoi avere responsabilità, ho deciso. Ho comprato una casa per noi due e lascio mia moglie". Giacomo non sapeva che dire. Era scioccato dalla notizia. "E' una mia decisione. Tu non ti devi sentire in colpa. Non potevo andare avanti così. Ne ho parlato con lei e con i miei figli ma non ho fatto cenno di te, non ti preoccupare. E non dirò loro neanche dove vado a vivere, stai tranquillo, non sarai coinvolto in beghe familiari. Con mia moglie non andava da tempo e nessuno ne è rimasto sconvolto. I ragazzi, poi, sono ormai grandi e presto si sposeranno e se ne andranno anche loro. Immagino che creda che ho perso la testa per una ragazza...", aggiunse con un sorriso guardando il suo piccolo al suo fianco, rimasto senza parole "...invece si tratta della più bella cosa della mia vita", aggiunse e gli dette un piccolo bacio in fronte, stringendolo forte a sé, per sempre.

Fine. Fatemi sapere se vi è piaciuto o no.

Si tratta di un racconto di fantasia. Non fate mai l'amore senza il preservativo. Non rovinatevi la vita, godetevela.
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